TERAMO – (jacopo di francesco) Pubblico delle grandi occasioni nel bel pomeriggio del Bonolis: 2.500 spettatori per una partita che fosse stata più avanti nel calendario sarebbe valsa un pezzo di B. 3-5-2 per il Teramo che parte con la mentalità giusta, aggredisce la partita, il 4-4-2 di Braglia si fa infilare facilmente. Prima occasione per Lapadula all’8, il bomber biancorosso non inquadra lo specchio ma darà il solito grande apporto per 90 minuti. Alla mezz’ora scattano 10 minuti di follia, prima gol annullato a Donnarumma per ragioni oscure ai più, poi Cenciarelli viene fermato in area in maniera chiaramente fallosa: niente. Ripartenza nerazzurra con Arma che anticipa Perrotta ma non trova la porta. Poi su corner per il Teramo succede di tutto: salvataggio su Speranza, traversa di Lapadula da due metri e altro salvataggio, forse con un braccio. Il Teramo sembra davvero il Diavolo, insiste, Scipioni se ne va sul lato corto e viene steso: rigore stavolta visibile anche per chi segue il calcio quanto il sottoscritto s’intende di balletto russo. Proteste interminabili, ma alla fine Donnarumma non Angola bene e Pelagotti c’arriva per l’incredulita dei 2.500. Si ricomincia senza cambi e con la stessa musica: gran diagonale in area di Lapadula, ancora Pelagotti. Pisa fino a questo momento in bambola, non si salva nessuno; nel Teramo oltre ai soliti Cenciarelli e Speranza da segnalare il buon rientro di Caidi e la prestazione insufficiente di Amadio. Molto visibile anche dato che quasi tutti gli attacchi passano da lui. A questo punto i ragazzi di Braglia alzano il baricentro, seguono venti minuti senza sussulti. Al 73′ beffa clamorosa, ripartenza pisana e appoggio facile di Arma con Tonti battuto. Il Teramo l’assorbe bene, trasforma la delusione in rabbia, ma i tifosi biancorossi non hanno finito di imprecare: Di Matteo (entrato insieme a Bucchi al 76′, sicuramente tardi) galoppa a sinistra e serve Lapadula. Indovinate? Sì, traversa. Passano due minuti e svanisce l’incantesimo: ancora Di Matteo, stavolta a incornare c’è Bucchi che trafigge Pelagotti. Il Bonolis adesso è una bolgia, percussione ubriacante di Lapa ma il tiro è centrale. Nel finale brutto contrasto fra Di Matteo e Iori, il secondo esce in barella dopo attimi di paura. L’ingresso di Petrella non sposta gli equilibri. Resta comunque che il Teramo oggi ha messo sotto una squadra con ben altro organico (Paci e Lisuzzo hanno molte presenze in A) e ben altre ambizioni a inizio campionato; si spera che la sfortuna ora metta radici altrove. Domenica si va a Grosseto, trasferta ostica e un 1-3 da vendicare. Se si vuole rimanere in alto, bisogna tornare in Abruzzo con tre punti.
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